Sostenibilità
Ecco leffetto Parco: più ricchi, più occupati
Diminuisce la disoccupazione, aumentano reddito e depositi bancari dei cittadini. Merito dellarea verde che ha vinto la crisi. Lo dice una ricerca del Wwf
di Redazione
Si chiama ?effetto parco?. E gli economisti faranno bene a impararlo in fretta, perché è un effetto che non ha riflessi solo dal punto di vista ambientale, ma anche da quello occupazionale e produttivo. Lo testimonia una ricerca del Wwf dal titolo ?Un parco e la sua economia?, che mostra attraverso cifre eloquenti come la folta rete di micro-imprese che ruota attorno al Parco nazionale dell?Abruzzo sia un?eccezionale fonte di crescita economica.
I dati principali, che danno immediatamente il polso della situazione imprenditoriale interna all?area verde, sono quello che riguarda il tasso di disoccupazione dei cinque comuni interni al Parco, decisamente inferiore a quello dei comuni analoghi esterni all?aea protetta: il 17,8% contro il 20,4; e quello che mostra l?inversione di tendenza rispetto al consueto spopolamento dei suddetti comuni: per la prima volta si è verificato un incremento demografico pari all?1%. A questo si aggiunge il sensibile aumento sia dei redditi che dei depositi bancari.«I parchi storici hanno dunque aiutato a sfatare il pregiudizio che le aree verdi impediscono lo sviluppo», ha commentato Fulco Pratesi, presidente di Wwf Italia. «Questi dati confermano come nel Paese ci sia la necesstà di poteziare il sistema delle aree verdi protette».
La parte del leone in questo boom economico l?ha svolta senza dubbio l?industria del turismo, capace di richiamare 2 milioni di visitatori l?anno, con una spesa di 115 miliardi e una produzione attivata di 168 miliardi. Attorno al turismo sono nate nell?area ben 491 piccole aziende, capaci di mettere a frutto la rigogliosa ?economia verde?.
Oro verde Comuni del Parco Esterni Disoccupazione 17,8% 20,4% Reddito 25,4 mil.* 15,7 mil.* Lavoratori auton. 9,4% 5,7% Depositi bancari 15,6 mil.* 5,6 mil.* Analfabetismo 0,5% 3% Nuove aziende 491 *cifre pro-capite Fonte: Ricerca Wwf
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